Oggi pomeriggio sono stato all'aperitivo organizzato presso il Circolo ARCI di Crosio della Valle in occasione del tesseramento di quest'anno, ed è stata una piacevole occasione per rivedere cari amici e compagni e parlare un po' dell'attualità, della situazione inerente le ultime vicende della Libia, ma anche della situazione che stanno attraversando i miei due amati Paesi: l'Italia e la Grecia.
Così come si dice a proposito di una situazione non particolarmente serena per due fazioni tra loro contrapposte (se Sparta piange Atene non ride), debbo purtroppo utilizzare la medesima metafora per due nazioni che contrapposte non sono, ma sono semplicemente divise dal mare ed unite da un sentiero molto duro....
Partiamo dalla Grecia:
Attualmente senza dubbio la Grecia sta attraversando uno dei momenti più duri della sua storia contemporanea dovuto ad una serie di gravi errori della propria classe politica (e di nefandezze criminali degli ultimi esponenti della destra al potere dal 2004 al 2009 che hanno spogliato lo Stato greco e lo hanno portato ad una situazione di sostanziale default..).
Anche la comunità internazionale ha delle responsabilità in merito in quanto per salvare gli speculatori (banche e società finanziare portate al fallimento dalla loro ingordigia nel 2007-2008) sta facendo pagare questi errori ai cittadini (i governi, sempre più indebitati), ma magari di ciò ne parlerò in un altro post.
Ma dal punto di vista politico, come ho avuto modo di puntualizzare oggi all’aperitivo, sta messa peggio l’Italia. Non ho parole per descrivere tutti gli ultimi eventi che hanno portato l’Italia ad essere dileggiata a causa dei comportamenti della classe dirigente al governo, incapace ed indegna di guidare un Paese civile….
Tra i tristi aspetti del governo attuale ciò che mi ha particolarmente colpito è l’atteggiamento di quell’ala minoritaria ed oltranzista della maggioranza di governo che non vuole festeggiare l’Unità d’Italia: la lega nord.
Ebbene, proprio il comportamento di esponenti politici che, pur avendo numerosi rappresentanti dello Stato Italiano tra le loro fila (tra ministri e sottosegretari vari) che per esserlo hano giurato nella mani del Presidente della Repubblica sulla Costituzione, mi ha spinto a quella che è una forma di protesta, a mio modo di vedere, civile, ferma e doverosa:
IN OCCASIONE DEL 17 MARZO INDOSSIAMO TUTTI DELLE CAMICIE ROSSE!
Sì, qua in Lombardia (nella tana del lupo) facciamo vedere che si deve essere orgogliosi dell’Italia per rispetto di chi è morto per crearla e difenderla: per le gloriose Camicie Rosse di Garibaldi, per i soldati italiani caduti durante la Prima Guerra mondiale, per i Partigiani che si sono prodigati per liberarla nella Seconda Guerra mondiale e in generale per tutte le vittime della guerra di liberazione dell’Italia.
Ricordo, per chi non lo sapesse, che tra gli alleati anche un contingente greco ha partecipato alla liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo durante la Seconda Guerra mondiale, infatti a Rimini c’è un cimitero militare greco.
Io il 17 marzo indosserò una camicia rossa e mi piacerebbe che lo facessero tutti coloro che non accettano l’idea dell’esistenza della “padania” (né l’idea della secessione di questa barzelletta che è la lega nord) e che sono fieri del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Mi piacerebbe che ci fosse una campagna da parte del PARTITO DEMOCRATICO (che se non erro ha la sigla di colore bianco rosso e verde) e delle forze progressiste (SEL, IDV,ecc.) oltre che delle associazioni che si riconoscono nei valori della Costituzione Italiana (Anpi, Arci, ecc…) in termini di forte impegno nell’indossare tutti una camicia rossa il 17 marzo alla faccia di chi, in nome di un fine specifico (federalismo) mai seriamente perseguito, ha contribuito ad affossare il Paese consegnandolo alla peggior feccia di affaristi e disonesti appartenenti ad una cricca che pensa solo ad arricchirsi a spese dello Stato e degli Italiani.
A meno che si pensi, tanto per non andare lontano dalla Lombardia, che essere delle “donne di facili costumi” o discendenti diretti di esponenti politici conosciuti (pluriripetenti senza titoli di studio di rilievo e senza competenze ed esperienze in amministrazione politica) sia requisito imprescindibile per governare una regione di 10 milioni di abitanti e forse, domani, un Paese….
Beh, se fosse così, permettetemi, avrei sbagliato Paese dove far crescere mio figlio…
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